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al testo di Giorgio Mancinelli
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Buongiorno Terra! Non so quanti di voi abbiano letto il romanzo della scrittrice statunitense Pearl S. Buck “La buona terra” che oggi vale la pena di riscoprire, rileggere o rivedere al cinema. Indubbiamente insegnerebbe a tutti noi qualcosa di cui abbiamo perduto il senso. Sempre che la ‘dignità’ abbia ancora un senso e la nostra ‘coscienza’ possa dare valore allo spirito di conservazione e di sopravvivenza che dovremmo tenere sempre presente. La buona terra (The Good Earth) è un romanzo del 1931 di Pearl S. Buck ambientato in Cina dove l'autrice visse dall'infanzia fino al 1934 per via dell'attività missionaria dei suoi genitori appartenenti alla chiesa presbiteriana. Il romanzo descrive alcuni aspetti anche primitivi della vita cinese tramite un forte senso di umanità e una grande energia descrittiva. La trama è intrecciata fra il duro lavoro dei campi, il racconto del matrimonio dei contadini, i drammi della siccità e della carestia. Su tutti questi temi si impone il lavoro dell'uomo, l'amore e l'angoscia della donna e l'amore per la terra che supera ogni lusinga e tentazione, dato che è tipicamente femminile, di fecondità e di conservazione della specie. L'opera valse alla scrittrice il Premio Pulitzer per il romanzo del 1932 e la medaglia di riconoscimento dall'Accademia americana delle arti e delle lettere. Tra le tante apparse negli anni successivi alla sua pubblicazione vanno citate le ultime produzioni letterarie in italiano:
• Pearl S. Buck: La buona terra, lettrice: Maria Grazia Ogris, Centro internazionale del libro parlato, Feltre 2004 • Pearl S. Buck, La buona terra, traduzione di Andrea Damiano, Oscar moderni 109; Mondadori, Milano 2017
(*) Dal romanzo è stata tratta una versione cinematografica omonima diretta nel 1937 da Sidney Franklin. Se amiamo i nostri figli, diamo un senso alla nostra vita, facciamo in modo che questa nostra Terra sopravviva a noi stessi nel modo in cui ci è stata donata: con amore. (*) Note in Wikipedia. |
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